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Kenya info #7

La schiavitù, che oggi ci proponiamo di trattare, è una pratica terribile e disgustosa che ha accompagnato l’uomo fin dai primordi. Un tempo, per chi poteva permetterselo, avere schiavi era come possedere bestiame. Gli schiavi dovevano fare tutti i lavori più pesanti esattamente come le bestie e, in aggiunta, fornire prestazioni sessuali a domanda.
In Africa la schiavitù c’era sempre stata come ovunque nel mondo, ma questo crimine divenne ancor più odioso quando gli schiavi africani furono portati oltre oceano dagli schiavisti. Tutte le nazioni marinare che erano arrivate alla costa dell’Africa praticarono il turpe commercio degli schiavi. Gli schiavi erano africani fatti prigionieri nel corso di guerre fra tribù e tribù. Essi erano condotti sulla costa dai vincitori e colà venduti agli schiavisti tra i quali, per l’Africa orientale, primeggiarono gli Arabi.
Fin che gli arabi non ebbero armi più letali di quelle degli africani, essi non si azzardarono a spingersi all’interno del paese. Ma quando, a partire dal 1500, gli arabi si procurarono armi da fuoco iniziarono a farlo usando uomini schiavi come guardie armate (ascari) e Africani della Costa come portatori. Gli schiavi erano legati uno all’altro in lunghe file e obbligati a portare grossi carichi di avorio. Dovevano affrontare la lunga e penosa marcia fino alla Costa e molti di essi soccombevano. Sulla Costa quelli che vi giungevano, erano venduti nei mercati a loro destinati, quindi, imbarcati, giungevano in Arabia, Persia, India e altre terre.
Per un lungo tempo il più grande mercato degli schiavi in Africa Orientale fu l’isola di Zanzibar, quell’isola che oggi fa parte del Territorio un tempo chiamato Tanganika ed oggi chiamato Tanzania. A regione delle loro incursioni, gli Arabi appresero molte cose sull’interno dell’Africa e delle tribù che colà vivevano ma essi non divulgarono queste conoscenze perchè volevano mantenere il monopolio del commercio degli schiavi.
Per l’esistenza del deserto del Taru, una torrida regione senza una goccia d’acqua proprio alle spalle di Mombasa, l’interno del Kenya non era di facile accesso come quello di altri approdi. Così le tribù del Kenya furono più risparmiate e meno flagellate da questo scempio di altri Paesi africani situati più a Sud (e di quelli dell'Africa occidentale che videro, come schiavisti, le nazioni marinare d’Europa).
Sul finire del 1700 in Europa la schiavitù iniziò ad essere molto criticata da autorità civili e religiose. Alcuni governi si dichiararono apertamente contrari a tale pratica disumana e nel 1833 il governo inglese stabilì che nessun inglese in nessuna parte del mondo poteva continuare a possedere schiavi e che nessuna persona poteva rimanere uno schiavo in qualsiasi territorio dell’Impero Britannico. Ma anche oggi la tratta di uomini, donne e bambini continua da essere praticata ovunque e non si riuscirà ad estirparla finchè il primo articolo degli statuti di tutti i partiti politici non leggerà così: “Noi crediamo e professiamo che tutti gli uomini sono fratelli”.